Valutare criticamente l’uso degli strumenti digitali per l’apprendimento
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Le tecnologie sono ispirate da valori e principi che, consapevolmente o meno, possono influenzare scelte progettuali e modelli operativi, privilegiando certe visioni del mondo, certi atteggiamenti, persino certi gruppi di persone invece di altri. Un classico esempio, nell’ambito delle tecnologie analogiche, è quello di un paio di forbici più “facili” da usare per i destrorsi, o viceversa.
Nel caso delle tecnologie digitali, gli algoritmi alla base dei motori di ricerca sono un esempio significativo del ruolo cruciale che queste piattaforme (Google, in particolare, quale leader indiscusso di mercato) giocano nel plasmare il nostro modo di esperire il Web.
Di seguito trovi due letture che affrontano il tema di come all’interno delle tecnologie digitali si annidino i nostri pregiudizi:
- Recensione del libro “Algorithms of Oppression: How Search Engines Reinforce Racism”, di Safiya Noble, che dopo anni di lavoro nel settore del marketing digitale ha deciso di dedicarsi alla ricerca;
- Can computers be racist? Big data, inequality, and discrimination, post pubblicato sul Ford Foundation’s Equals Change Blog. Include il breve video di una conferenza tenuta dalla dott.ssa Latanya Sweeney su come i Big Data possano perpetuare, a volte aggravandola, la presenza di fenomeni come il razzismo, la discriminazione e la disuguaglianza.
Guarda
“The era of blind faith in big data must end”, con Cathy O’Neil. (durata: 13 min.)
“Algorithms of Oppression”, con Safiya Noble (durata: 3 min.). Per approfondire ulteriormente l’argomento puoi guardare anche questo TEDx Talk, sempre con Safiya Noble: How biased are our algorithms? (durata: 17 min.).
Esercitati
(tempo stimato per completare l’esercizio: 1 hour)
Di seguito trovi citazioni e domande (proposte da Jesse Stommel) che possono aiutarti a valutare criticamente gli strumenti digitali:
Valutazione critica degli strumenti digitali
Imparare a “consumare” con occhio critico le informazioni che nutrono il Web non è fantascienza. Non è nemmeno come studiare algebra. Comprendere come testare la credibilità di molte informazioni è più facile che imparare le tabelline. La parte più faticosa, come sempre, è allenarsi nell’esercizio di pensare con la propria testa.
Howard Rheingold
Gli studenti hanno un’agency molto ridotta quando si tratta di tecnologia dell’istruzione, esattamente come hanno uno spazio d’azione molto limitato all’interno dell’istruzione stessa!
Audrey Watters
- Chi è il “proprietario” dello strumento? E il suo “creatore” (o CEO)? Quali sono le loro “politiche”? Questo strumento ha una qualche importanza? Qual è la sua storia? Come si colloca sul mercato? Che cosa dice di fare? E che cosa fa realmente?
- Quali sono i “termini di servizio” per l’uso dello strumento? Sono facilmente reperibili e comprensibili? Quali dati devi fornire per usufruirne (login, e-mail, data di nascita, ecc.)? Hai la possibilità, utilizzandolo, di rimanere anonimo e/o di proteggere i tuoi dati personali? Dove sono conservati i dati? Chi ne è “proprietario”? È previsto che anche altre persone possano copiare e utilizzare il tuo lavoro?
- In che misura la progettazione dello strumento influenza i modi con i quali potresti utilizzarlo in ambito educativo? Lo strumento, per come è progettato, “impone” un certo suo utilizzo? Quali sono le implicazioni del suo uso in ambito educativo?
Sfrutta le domande che hai appena letto per valutare e confrontare i vari motori di ricerca (compreso quello che usi regolarmente), tra cui:
- https://www.google.com/ – Il motore di ricerca più utilizzato.
- https://duckduckgo.com/ – “La privacy, semplificata”.
- https://www.ecosia.org/ – “Poni fine alla deforestazione”.
Sentiti libero di lavorare su altri motori di ricerca che conosci e che non trovi elencati nella lista precedente. Un esercizio interessante potrebbe inoltre essere quello di cambiare il motore di ricerca che usi abitualmente, almeno per un certo periodo di tempo.
Dopo aver confrontato diversi motori di ricerca, scrivi dunque un blog post sul tuo blog personale o sull’EduHack Wall in cui rifletti su ciò che hai imparato in questo modulo, sulle soluzioni trovate e sulle potenziali implicazioni per la tua attività professionale.
Approfondisci
Il concetto di “Critical Digital Pedagogy” evidenzia l’importanza di assicurarsi che un processo decisionale etico preceda la creazione di esperienze di apprendimento basate sulla tecnologia.
Jesse Stommel e Sean Michael Morris (Università di Mary Washington, USA)
parlano del concetto di Digital Instructional Design. (durata 4.51 min.)
Se sei interessato ad approfondire le ragioni per una riflessione critica sulle potenzialità e sui rischi connessi all’uso degli strumenti digitali in ambito educativo, leggi questo articolo.